Ovviamente non si tratta di una guida su di un semplice oggetto, ma di un vero e proprio pezzo di tradizione, di un’identità popolare, di storia, usi e costumi di una città famosa a livello mondiale per il suo caffè.
Sto parlando della caffettiera napoletana, meglio conosciuta come “cuccumella“. Caffettiera napoletana ovvero “mai dire moka”: ebbene no, non sono affatto la stessa cosa.
La cuccumella innanzitutto è composta da più elementi rispetto alla moka, e poi il procedimento è differente, lento lento proprio come vuole (e impone) la tradizione del caffè al sud Italia.
Il caffè “alla napoletana” è un rito, soprattutto d’accoglienza ma anche di convivialità, che inizia dalla preparazione della bevanda e si conclude con il fatto di trascorrere del tempo a sorseggiarla, mentre si chiacchiera ovviamente.
Storia della caffettiera napoletana
L’origine della parola cuccumella deriva dal termine “cuccuma”, che indicava un vaso di terracotta. Fino agli anni ’30 all’incirca ha rappresentato l’unico modo per fare il caffè, prima che Bialetti inventasse la moka come la conosciamo oggi (dedicata alla città dello Yemen Mokha, terra ricca di caffè).
Come è fatta
Come già accennato, la caffettiera napoletana è composta da più parti rispetto alla moka. Questo, soprattutto le prime volte, rende la preparazione del caffè un po’ più complessa. Giusto qualche passaggio in più, per ottenere però un caffè molto più intenso e dal gusto morbido, “rotondo”, che stupisce piacevolmente ogni volta.
Ecco le cinque parti principali che formano la caffettiera napoletana:

- Contenitore forato del caffè, ovvero il serbatoio in cui si posiziona la polvere del caffè;
- Serbatoio con maniglia, che invece si riempie di acqua e all’interno del quale si posiziona il contenitore cavo con il caffè;
- Filtro, che si avvita sul serbatoio che contiene la polvere di caffè;
- Parte superiore della caffettiera, con maniglia e beccuccio. È qui che si raccoglie il caffè quando fuoriesce e da cui poi si versa per servirlo;
- Coperchio, che si poggia sulla parte superiore della caffettiera nel momento in cui si serve il caffè.
Caffettiera napoletana istruzioni per l’uso
Qui di seguito, trovate tutti gli step per utilizzare in modo corretto la caffettiera napoletana, e quindi allo stesso tempo capirne il suo funzionamento:
- Preparate tutti gli elementi della caffettiera sul piano da lavoro;
- Prendete il caffè, meglio se in grani macinati al momento altrimenti optate per quello già in polvere;
- Riempite il serbatoio, senza mai schiacciare la polvere, ma semplicemente versandola cucchiaio dopo cucchiaio formando la montagnetta;
- Riempite di acqua mediamente mineralizzata il serbatoio forato, fino al limite che è indicato al suo interno.
- A questo punto posizionate il serbatoio cavo al suo interno;
- Richiudete il serbatoio con il filtro, avvitandolo;
- Ora poggiate la parte della caffettiera al di sopra di tutto, posizionandola a testa in giù;
- Mettete sul fuoco rigorosamente a fiamma bassa;
- C’è un minuscolo foro inciso sul serbatoio e serve a controllare quando l’acqua bolle: è il momento di spegnere il fuoco;
- Prima di capovolgere la cuccumella, la tradizione napoletana vuole che si posizioni il “cuppetiello” ovvero un foglio di carta sul beccuccio. Questo accorgimento serve a non far disperdere l’aroma del caffè nel momento in cui si gira la caffettiera;

- A questo punto, la cuccumella va girata. È un’operazione che un po’ spiazza i meno esperti ma è sufficiente solo un po’ di pratica. Si prende la caffettiera dalle due maniglie presenti, ovviamente proteggendo le mani con delle presine, e si capovolge velocemente, in un solo gesto;
- Cosa succede? L’acqua che bolle ora passa attraverso il caffè e poi il filtro, finendo nella parte della caffettiera con il beccuccio (questa tecnica di estrazione di chiama percolazione);
- Non appena tutta l’acqua scende, svitate la parte superiore e copritela con il coperchio.
È il momento di servire il caffè ancora fumante nelle tazzine.
Oggigiorno esistono diversi modelli di caffettiera napoletana, alcuni dal design accattivante e ultra moderno realizzati in acciaio, altri decisamente più retrò, nel tradizionale alluminio, che forse proprio per questo mantengono il loro grande fascino e donano un tocco di classe in più a ogni cucina.
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