Caffè sospeso: una tradizione centenaria

Caffè sospeso una tradizione centenaria

Quando parliamo di “caffè sospeso” oggi, molte persone sono già in grado di comprendere quale sia l’argomento del nostro discorso. Fondamentalmente perché questa pratica è sempre più di moda e, come se non bastasse, si è espansa in ogni parte del mondo (soprattutto Europa continentale e Stati Uniti d’America).

Quello che, però, la gente potrebbe non sapere è che questa formula solidale ha delle radici molto profonde nella storia del nostro paese. Addirittura, si tratta di una vera e propria tradizione a Napoli, dove si pensa che sia nato.

Il caffè sospeso poi non è stato più praticato, cadendo in disuso lungo un paio di generazioni. Sembra adesso che stia tornando alla ribalta assai velocemente e i motivi sono molteplici. 

Cos’è questo caffè sospeso?

Parlo di un modo solidale di prendere il caffè al bar la mattina. Pensate al costo medio di un caffè, a quanto poco incida sulle finanze mensili, a meno che voi non abbiate l’abitudine di berne tantissimi e di acquistarli sempre al bar.

Pensate a quanto sia piacevole quella sensazione che si prova quando si ha la possibilità di offrire una tazzina anche all’amico di passaggio, come al parente che non vedi da tanto tempo oppure al conoscente che ti ha fatto una grossa cortesia e, in qualche modo, desideri sdebitarti.

Ecco, il caffè sospeso è praticamente un caffè offerto, soltanto che non sai chi sarà a berlo. Il tuo ospite ignoto potrebbe essere una persona che conosci o una che non hai mai visto in vita tua (e forse mai la vedrai), ma è comunque probabile che si tratti di qualcuno che non ha la facoltà di permetterselo.

Si tratta quindi di un gesto che potrei definire benefico, poiché rivolge uno sguardo a chi è economicamente più debole.

Caffè tra le mani di un clochard

Funziona in questa maniera: voi andate al bar a prendere il vostro solito caffè, da soli o in compagnia di amici, e lasciate i soldi di quello che avete consumato e di un ulteriore consumazione che sarà appunto un’altra persona ad apprezzare. 

A questo punto sono 2 le possibilità:

  • Il caffè già pagato e lasciato in sospeso va servito al cliente successivo che entra nel bar;
  • Il barista sceglie a chi offrire il caffè, quasi sempre persone in una situazione economica non proprio felice (il barista sa).

Questa è una pratica comune oggi come ieri, nonostante per molto tempo si sia smesso di esercitarla. 

Quali sono le origini di questa usanza?

Come accennavo prima, questa tradizione nasce a Napoli, si dice agli inizi del 19esimo secolo, per merito della categoria dei caffettieri ambulanti.

Essi giravano tutto il giorno per la città portando con se due grandi contenitori: in uno di essi c’era il latte e nell’altro il caffè . I caffettieri ambulanti cercavano di guadagnare urlando alla folla di persone che incontravano in strada e che non vedevano l’ora di bere un buon caffè.

Progressivamente queste figure cosi originali e particolari sono scomparse nella tradizione della cultura napoletana, ma sono sempre rimaste nella memoria e nell’immaginario di chi ama il caffè.

caffè gambrinus immagine in bianco e nero

Ma è durante la seconda guerra mondiale che questa usanza ha davvero preso piede: in quel periodo molto difficile dal punto di vista economico, le persone più generose amavano pagare il caffè sia per loro, sia per chi non se lo poteva permettere (in questo periodo il caffè divenne più costoso, e si diffusero anche numerosi surrogati, tra cui il caffè d’orzo e quello di cicoria).

La tradizione si era cosi estesa che i poveri si erano abituati a chiedere se era rimasto un caffè sospeso e spesso la risposta era positiva.

Il gesto del caffè sospeso aveva una forte valenza simbolica ed era legato a un concetto di solidarietà e condivisione e di tanti altri sentimenti nobili e positivi che caratterizzano Napoli.

Caffè sospeso oggi

Caffè sospeso praticato in un bar di oggi

Questa tradizione al giorno di oggi è diffusa non solo a Napoli, ma in tutta l’Italia e negli altri paesi del mondo e ne ha parlato in un suo libro, chiamato appunto “Il caffè sospeso (LINK)”, il famoso scrittore napoletano Luciano de Crescenzo.

Ma c’è un’altra teoria su quella che sarebbe stata la nascita e la storia del caffè sospeso: si narra infatti che quando un gruppo di amici andava a prendere il caffè, capitava che ci fosse a un certo punto confusione, nel senso che non si era sicuri su chi avesse consumato e chi no.

Questo comportava che al momento del conto il barista aggiungeva dei caffè in più, in realtà non consumati: a questo punto i clienti non chiedevano il resto indietro, in modo tale che quei soldi in più servissero in futuro a una persona poco facoltosa che voleva prendere un caffè.