Caffè decaffeinato: fa male o si può bere?

Caffè decaffeinato: fa male o si può bere?

Il primo caffè decaffeinato si chiamava HAG e venne commercializzato da Ludwig Roselius a inizio 900′.

Da allora di strada ne ha fatta, conquistando man mano il grande pubblico, grazie alla ridotta quantità di caffeina che lo rende più leggero rispetto a un normale caffè e adatto a chi, per motivi di salute, non può esagerare con la caffeina. Il deca ne contiene infatti una percentuale molto bassa, meno dello 0,1%.

Ma nonostante il successo, c’è chi sostiene che non sia il massimo per la salute a causa delle tecniche industriali che vengono impiegate per eliminare la caffeina. Ma allora il caffè decaffeinato fa male? Quanto c’è di vero?

Caffè decaffeinato: come si toglie la caffeina?

Inizialmente, e quindi parliamo di inizio 900′, la caffeina veniva tolta tramite l’impiego di vapore e solventi organici. Nel corso del tempo i trattamenti sono stati perfezionati, in modo tale da non privare il deca del tipico aroma del caffè.

Partiamo dal primo metodo, poco usato ormai, che prevede l’immersione in acqua dei chicchi per aumentarne il volume, e un lavaggio a base di diclorometano per eliminare la caffeina. Il trattamento in questione è stato progressivamente sostituito perché considerato potenzialmente nocivo a causa dei solventi.

Un altro trattamento in uso è quello che prevede l’immersione dei chicchi in acqua calda, filtrata con carboni attivi. I chicchi tuttavia vengono alterati da questo procedimento, che non si rivela quindi il migliore.

E infine il trattamento più diffuso, nonché il migliore in termini di qualità e salute, che impiega anidride carbonica e che richiede, trattandosi di un metodo articolato, macchinari specifici.

Caffè decaffeinato: quanta caffeina contiene

Tazzina di caffè decaffeinato vista dall'alto

Il caffè decaffeinato è prediletto da chi ama il sapore del caffè ma per varie ragioni, ipertensione, ansia, problemi cardiopatici in primis, deve limitare l’assunzione di caffeina. Il deca ne contiene meno dello 0,1% per legge, che corrispondono più o meno a 3 mg per tazzina.

Caffè decaffeinato fa male?

La risposta è no, il decaffeinato non fa male, anche perché ormai il metodo di estrazione della caffeina più diffuso è quello con l’anidride carbonica. Quindi il migliore.

Eventuali rischi per la salute sono correlati piuttosto all’acrilammide che si produce durante la torrefazione, che in dosi eccessive può nuocere. Ma non è un problema specifico del decaffeinato, la stessa cosa vale per il caffè normale.

Inoltre diversi studi hanno dimostrato che il caffè decaffeinato non aumenta il colesterolo nel sangue.

Controindicazioni

Non ci sono particolari controindicazioni nel consumo del caffè decaffeinato, ma se per esempio si è intolleranti alla caffeina, nonostante ne contenga in quantità decisamente inferiori, è meglio evitarne il consumo. E anche se si soffre di gastrite o di reflusso gastrico, esattamente come vale per il caffè normale.

Dosi consigliate

Per capire quanti caffè decaffeinati si possano bere, bisogna tenere presenti le dosi massime di caffeina raccomandate dall’EFSA, Autorità europea per la sicurezza alimentare, che corrispondono a un massimo di 400 mg al giorno per gli adulti, fatta eccezione per casi specifici e donne in gravidanza. In breve: praticamente quanti se ne vuole.