Il caffè biologico è l’alternativa sostenibile al classico caffè e i vantaggi sono innumerevoli, sia dal punto di vista qualitativo che ambientale. La qualità è tendenzialmente più elevata e il caffè bio viene coltivato senza sostanze chimiche, nel rispetto della fertilità naturale del terreno.
In effetti, provandolo, ho notato da subito la differenza, a partire dall’aroma decisamente più intenso. Sapere poi che proviene da coltivazioni sostenibili è un’ulteriore punto a suo favore, che mi ha definitivamente convinta a privilegiarlo.
Cos’è il “caffè biologico”?
Il caffè biologico, o caffè organico, viene prodotto senza aggiunta di sostanze chimiche in coltivazioni che non sfruttano i terreni, ma ne salvaguardano la fertilità naturale, secondo procedure regolamentate.
Le tecniche agricole impiegate privilegiano sostanze organiche e naturali al posto di concimi e fitofarmaci, in modo tale da evitare forme di inquinamento. E per contrastare eventuali parassiti e avversità di tipo ambientale si ricorre alla lotta biologica, che aiuta a preservare i terreni e la biodiversità.
Inoltre le piantagioni BIO solitamente vengono gestite da produttori locali e sono coltivazioni estensive. Rispetto alle coltivazioni intensive ed esclusive, non prevedono disboscamenti di piante native per non sfruttare eccessivamente il terreno. E grazie al mantenimento della vegetazione, non necessitano di prodotti chimici perché provviste di compost naturali.

Ovviamente tutto questo contribuisce alla qualità del caffè, purché ovviamente si tratti di vero caffè biologico che, per essere tale, deve riportare il simbolo dell’Eurofoglia, l’unico ufficiale.
Se infatti fino a qualche anno fa i prodotti biologici erano certificati da associazioni e istituzioni private, la normativa europea ha cambiato le regole, individuando questo marchio che garantisce l’origine BIO.
Cosa cambia rispetto al “caffè normale”?
Bevo caffè da più di 15 anni, ne ho provati di tutti i tipi, ma devo ammettere che il caffè biologico ha una marcia in più.
Certo, ci sono differenze in base ai marchi e alle tipologie perché una cosa è il caffè biologico in grani, un’altra il caffè biologico in cialde, ma se è certificato, la qualità è comunque elevata.
La differenza dal caffè normale si nota innanzitutto nel sapore, il gusto del biologico è più deciso, l’aroma più intenso, per non parlare delle sue proprietà organolettiche.
E poi c’è ovviamente una sostanziale e importante differenza nel processo produttivo, che influisce non solo sulla qualità, ma anche sull’ambiente. Se vi sta a cuore il pianeta, sapere che questo tipo di caffè, a differenza di altri, viene coltivato in modo equo e solidale, contribuendo alla riduzione delle dannose emissioni di gas serra, non è poco!

Senza contare che le coltivazioni BIO favoriscono lo sviluppo di volatili e insetti e contribuiscono alla loro salvaguardia, a differenza di quel che succede con le coltivazioni “normali” basate sull’impiego di fertilizzanti e pesticidi sintetici.
Fra l’altro, il caffè biologico è più attento dal punto di vista ambientale anche a livello di distribuzione. Basti pensare che le capsule spesso vengono realizzate con materiali biodegradabili, che ne facilitano lo smaltimento.
Perché preferire il caffè biologico?
Personalmente preferisco il caffè biologico non solo per la sua qualità, tendenzialmente più elevata di altri caffè a dispetto della tipologia, ma anche perché sceglierlo significa rispettare l’ambiente, i luoghi in cui viene coltivato e le stesse produzioni locali.
Un piccolo ma significativo contributo che possiamo dare al pianeta per renderlo un luogo migliore, e più salutare per tutti. Anche se il costo è leggermente più elevato, ne vale la pena.
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